3. Cammino, o il modo di trovare se stessa

traduzione: Agnieszka Bożek

Cammino... Nelle persone che lo hanno vissuto, già la sola parola provoca un brivido di emozioni. Eppure è soltanto una strada... Si ma che strada!! Conosco persone, neanche tanto giovani, che ogni primavera partono  per il Cammino, dalla Slesia a Santiago, in bici oppure a piedi ( c'è a quanto pare 3500 km!)E non vedono l'ora di partire.

Perché il Cammino attira, rende dipendenti, diventa un modo di vivere, costringe a pensare in un modo, di cui non ci si può liberare. Semplicemente cominci ad amare una strada, non ti disturbano le scomodità, la stanchezza, perché ben sai che sono parte del cammino. Vai da solo e questo ti piace. Reagisci con gioia quando qualcuno vuole camminare con te anche per un po'.  La cosa più importante è che impari a scoprire nelle persone  ciò che c'è di migliore, pur rimanendo con loro per un breve momento. Afferri questo momento avidamente. Una amicizia in pillole. Questo può accadere  solo quando ognuno di voi offrirà tutto ciò che di meglio ha dentro. La gente del Cammino lo sa. Hanno posseduto la capacità di concentrazione nel momento vissuto.

Solo qui e adesso. Senza prima e dopo. Perché poi ognuno di voi va avanti per la sua strada, col proprio ritmo. E non si preoccupa che la conoscenza sia stata così corta perché ha portato nella tua vita tanta felicità e calore quanto  ce n'era bisogno allora. Per il dopo non si lascia niente perché non si sa  se e come sarà il dopo.

Il cammino insegna fiducia, fiducia nella gente, nel mondo, nella Strada ( puoi chiamarla Dio o con qualsiasi altro nome). Insegna  la sicurezza che qualunque  cosa accadrà andrà bene. Che non esistono strade cattive, a volte sono solo più tortuose. Che non devi rimpiangere le decisioni che ti hanno portato alla strada più lunga. E' l'unico modo per mostrarti le cose che ti erano intorno. Che non devi conoscere  tutta la strada per arrivare. Che a volte non è necessario  neppure vedere i segnali per raggiungere lo scopo. Basta fidarsi della Strada.

Il Cammino insegna ad ascoltare se stessi, la propria intuizione. Perché l'intuizione è come la voce della natura. Facilmente ne perdi il suono, perché è silenziosa come il fruscio delle foglie, i rumori della pioggia, il canto dei grilli. Ma se la ascolti  attentamente ti racconta tutto di te. Le cose che bisogna sapere per piacersi a se stessi, per essere buoni per se stessi, per prendersi cura di se stessi.

Avevo bisogno di questa conoscenza di me stessa come dell'aria da respirare perché dopo anni di difficili relazioni, dopo separazioni distruttive mi  ritrovavo spesso  sperduta a  cercare una riposta alle domande essenziali. Mi è capitato di girare in un negozio, ripetendomi come un mantra la domanda: che cosa mi piace veramente mangiare. Oppure saltellare davanti ad uno scaffale di pitture con l'ossessivo pensiero: quale colore mi piace sulle pareti.  Poi sono apparse le domande sulle mie occupazioni preferite, sui miei sogni, sui desideri, sugli hobby, sul relax. Quelle domande elementari che si fanno i giovani. Però io non conoscevo le risposte.

Ho intrapreso il Cammino per ritrovarmi, per ascoltare il silenzio e per capire che quel silenzio è la mia musica preferita (dopo tanti anni passati in un mondo silenzioso, non mi meraviglio più di tanto). Per capire che gli scolorati colori dell'estate da tanto mi giocano nell' anima.

Per sentire che la semplicità è il mio preferito modo di vivere , per credere che quello che è dentro di me è un irrepetibile valore, che va difeso.  Per leggere dalle facce della gente l'incanto che scopro in me. Perché le persone sono come specchi  nei quali si rispecchia la nostra anima. E gli Amici nel Cammino sono in questo ruolo importantissimi.

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